Proverete ancora...
Ma ci sarà sempre qualcuno che ricorderà.
Fiorella.
LE MURA DI TEREZIN.
Piccole mani, hanno inciso con le unghie, la loro voglia d'amore e liberta'...
Mentre si preparava, per loro, un "viaggio" verso le camere a gas.
Fiorella.
Giorgio Celiberti, pittore.
...I disegni tracciati sui muri dai bambini ebrei lì internati, quelle tragiche "finestre" con cancellature, elenchi e colonne di numeri, colpirono a tal punto la sensibilità dell'artista che, da quel momento, il suo linguaggio pittorico si permeò di quei segni. Celiberti affermerà: "Quello fu il momento più drammatico della mia storia di pittore ... Ciò che producevo dopo la visita a Terezin sembrava non esprimere abbastanza il dolore profondo che provavo. Come se in quel momento fossi passato a vedere la vita dall'altra parte: dalla parte della verità, della tragedia, del dolore, dell'orrore, della vergogna di essere uomo e come tale responsabile di quello che era accaduto. Desideravo dare una risposta che non si servisse delle parole, perché le parole erano tutte inutili. Bisognava scavare dentro per trovare segni che rispondessero all'invocazione di quei bambini, che con i loro graffiti avevano lasciato una disperata domanda d'amore e anche di perdono. Hanno scritto delle poesie e
fatto dei piccoli disegni rappresentanti farfalle, cuori, numeri. Ho cominciato così a dipingere le farfalle e i cuori in omaggio a quelle vittime innocenti"...